Coloro che sono affetti da diabete di tipo 1 possono praticare sport? Certamente! Esistono diversi sportivi affetti da diabete di tipo 1, l’importante è essere seguiti da medici competenti e seguire una alimentazione adeguata, che mantenga il più possibile la stabilità glicemica. Andiamo a capire insieme quali sono i meccanismi energetici che si mettono in atto durante l’attività fisica, e perché è cosi importante l’alimentazione nello sportivo diabetico.
Riassunto Articolo
METABOLISMO ENERGETICO DURANTE L’ESERCIZIO FISICO
Nel soggetto sano le concentrazioni ematiche di glucosio sono mantenute costanti per alcune ore grazie all’utilizzo di diversi substrati; durante l’attività fisica diminuisce la secrezione di insulina e aumenta quella di glucagone, delle catecolamine e dell’ormone della crescita. L’incremento di glucagone stimola la produzione di glucosio in modo endogeno tramite la glicogenolisi; perché questo avvenga è necessario anche che il livello di insulina decresca durante l’attività. Quindi il fegato inizia a produrre glucosio per bilanciare la deplezione dovuta allo sforzo. Nel paziente diabetico di tipo 1 questi adattamenti ormonali non sono efficienti o non sono del tutto presenti. Quindi l’atleta è esposto al rischio di iperglicemia (quando l’insulina presente nel corpo è troppo bassa) o di ipoglicemia (quando l’insulina è troppo alta). Sono due casi molto gravi che possono portare a condizioni molto serie, ed è per questo che il paziente diabetico deve evitare il fai da te e farsi sempre seguire da personale specializzato.
PIANO DIETETICO DEL PAZIENTE DIABETICO
E’ quindi fondamentale attuare un piano dietetico specifico e personalizzato pe ogni paziente. L’atleta dovrebbe monitorare la glicemia prima e durante l’allenamento o le gare, in modo da conoscere il proprio trend. Inoltre è importante che conosca la sua risosta glicemica abituale specifica per quella attività fisica, monitorando la glicemia ogni ora dopo l’esercizio per le prime 3-4 ore. Se i livelli di glicemia a digiuno sono maggiori di 250 mg/dL ed è presene chetonuria bisogna evitare l’esercizio fisico. Se invece sono maggiori di 300 mg/dL ed è assente chetonuria si può effettuare sport ma con cautela. Nel caso in cui ci sia una tendenza all’ipoglicemia bisogna assumere una quota di carboidrati extra, soprattutto se i livelli di glicemia sono inferiori a 100 mg/dL.
Alimentazione durante l’allenamento
L’apporto energetico giornaliero deve permettere allo sportivo di mantenere un peso e una composizione corporea desiderabile. Esso dovrà essere distribuito in due pasti e spuntini per modulare la glicemia. Lo spuntino prima dell’attività fisica sarà costituito prevalentemente da carboidrati, mentre sarà meglio assumere proteine e lipidi lontano dall’attività fisica. Sarà sempre opportuno uno spuntino serale per prevenire il rischio di ipoglicemia tardiva notturna.
Prima della gara sarà opportuno consumare l’ultimo pasto, costituito prevalentemente da carboidrati come pane, pasta, riso, non oltre le tre ore prima della gara. Alcuni studi hanno dimostrato che l’assunzione di succhi di frutta, snack o liquidi con glucidi 15-30 minuti prima della competizione può prevenire l’ipoglicemia post-esercizio ed aumentare le performance.
Durante un evento sportivo aumenta il consumo muscolare di glucosio: il consumo di carboidrati oscilla tra 40-65 g all’ora. L’atleta dovrà quindi reintegrarli in base alla glicemia del momento. Quando la glicemia non richiede rapidi incrementi vanno usati carboidrati in soluzioni ipotoniche, che consentono un buon reintegro di acqua e sali minerali, con una quota glucidica del 5-10%.
Alimentazione dopo l’allenamento
Il reintegro ottimale dopo la gara prevede l’introito di 1.5 g di carboidrati per peso corporeo in forma liquida o solida entro 30 minuti e altrettanto entro la seconda ora. Una parte di questi carboidrati potrà essere ad alto indice glicemico. L’atleta diabetico dovrà curare in particolare il reintegro allo scopo di evitare ipoglicemie notturne. Subito dopo la gara l’atleta deve bere piccoli sorsi continuamente fino al recupero del peso pre-gara, utilizzando soluzioni glucosate ipotoniche ricche di sodio. Per combinare l’idratazione con l’alcalinizzazione sono indicati i centrifugati di frutta e verdura. Inoltre l’integrazione con proteine, meglio se amminoacidi ramificati, fornisce un substrato più valido dei soli carboidrati per la sintesi delle proteine e del glicogeno muscolare.
INTEGRATORI NEL PAZIENTE DIABETICO
Nello sportivo diabetico le richieste di micronutrienti possono essere aumentate a causa dei processi ossidativi dovuti alla patologia e all’intensa attività sportiva. Se non se ne abusa, il supplemento di alcune vitamine e minerali sembra dare buoni risultati. Le vitamine C,E, il beta-carotene sono i più utilizzati per il loro effetto antiossidante. Bisogna sempre tenere presente che una integrazione andrebbe fata in caso di documentata carenza affidandosi alle mani esperte di un medico sportivo.