Per tutti i lettori di www.body-fitness.it e gli appassionati di sport, abbiamo voluto intervistare tre dei personal trainer e preparatori atletici più influenti negli ultimi anni. Oggi proponiamo quella ad FABIO INKA.
1. Presentati: chi sei?
Sono Fabio Inka, preparatore atletico, creatore di IMPACTO TRAINING.
Ha conseguito due lauree, in Scienze Motorie e in Scienze della Comunicazione sono Life e Sport coach certificato e sto studiando per la terza laurea in Scienze della Nutrizione. Sono assistente alla cattedra di Teorie Tecnica e Didattica del Fitness all’Università Telematica San Raffaele. Sono stato relatore presso la Scuola dello Sport del Coni, e la FIPE . Scrivo su Women’s Fitness e Bio Magazine ee collabora con diverse riviste settore tra cui Men’s Health, e Cosmoplitan.Sono Ex atleta dell’Aeronautica Militare, e ho lavorato come Fitness Manager nella prima palestra della cantante Madonna in Messico e attualmente sono Trainer Ambassador per ASICS
Quest’anno ho scritto un libro, disponibile in tutta le librerie Italiane ( “Impacto Training, 20 minuti al giorno risultati in 8 settimane” Edizioni Mediterranee), una guida pratica (con 33 video tutorial) per ottenere risultati in maniera rapida ed efficace in solo 20 minuti di allenamento che puoi fare dove vuoi, quando vuoi.
Allena migliaia di persone in tutti i parchi di Roma, seguo alcuni tennisti professionisti e faccio lezioni ed eventi in varie città (Milano, Venezia, Palermo ecc) Le mie leziono sono disponibili anche sul canale YouTube FabioInka Impactotraining su Fox sports, perché Impacto è anche un format televisivo: Impacto Training TV. La seconda edizione è stata trasmessa a partire da settembre 2016 da Fox Sports: 20 minuti di lezioni quotidiane per 5 volte a settimana.
2. Da quanti anni pratichi la tua attività professionale e come ti sei avvicinato al mondo del fitness?
Sono stato atleta, ho corso per l’Aeronautica Militare e la mia specialità erano i 400 mt. Durante la mia carriera come sportivo ho avuto la fortuna di allenarmi per anni al fianco di atleti olimpionici come Marco Torrieri, Stefano Tilli e Marlene Ottey
Sono sempre stato appassionato nello scoprire e capire il perché delle cose che facevo.
Nel 1999 diciottenne, ero già istruttore di nuoto, nel 2001 di atletica leggera; discipline che ho insegnato per oltre cinque anni coniugandole all’attività di atleta e alla carriera universitaria. Nel 2005 ho discusso la mia prima tesi di laurea in Scienze della Comunicazione, trattando il tema della Maratona come fenomeno mediatico e sociologico.
Nel 2007, dopo aver completato l’iter di formazione del CONI con il master di terzo livello FIPE come personal trainer, ho iniziato a lavorare in una palestra romana.
Ero responsabile della preparazione atletica della scuola tennis e di una squadra di calcio, e facevo una lezione di fitness basata sui miei studi sul Functional Training (allenamento funzionale), che in quegli anni era praticamente sconosciuto in Italia.
I miei allievi più affezionati ricorderanno che avevo una sala anche piuttosto grande a disposizione, ma per gli allenamenti facevo uscire tutti nel campetto da calcio antistante.
I partecipanti a questa “strana” lezione crescevano in maniera esponenziale e mi resi conto che molti amavano come me fare attività fisica all’aperto con qualsiasi condizione climatica, tanto che dopo qualche mese facevo fatica a riportarli in sala anche quando pioveva o faceva davvero freddo.
È in questo periodo che nacque dentro di me l’idea di una proposta di allenamento alternativa ai protocolli esistenti.
Così dal lunedì al venerdì seguivo la mia attività in palestra e la preparazione dei miei atleti, mentre nel weekend proponevo la mia lezione in un parco vicino casa.
Questa lezione non aveva ancora un nome, si chiamava semplicemente: “Ci vediamo al parco sabato e domenica alle 11”.
All’inizio fu molto faticoso creare un gruppo assiduo. Ricordo molte lezioni con 2 o 3 persone, tanti giorni sotto la pioggia, e tanti altri con nessuno all’orizzonte e io lì ad aspettare… ma dopo tanta perseveranza, nel 2009 mi resi conto che gli allievi stabili erano più di 10 a ogni lezione. Sembrava che la mia visone cominciasse a concretizzarsi, ma rimaneva pur sempre un’attività in più, parallela al mio lavoro settimanale con gli sport “olimpici”.
Nel 2011 come ogni anno durante il periodo estivo decisi di andare all’estero per dedicare del tempo ad approfondire la mia formazione ed esplorare nuove opportunità; nei due anni precedenti avevo studiato e lavorato come trainer a Miami (dove mi appassionai alla pratica dell’allenamento calistenico) ma quell’anno decisi per il Messico.
A Città del Messico, dopo aver superato una selezione con 3 colloqui e una prova sul campo, venni assunto come istruttore nella prima palestra al mondo della cantante Madonna. La mia formazione e la mia già consolidata esperienza in Functional Training mi valsero il primo posto nei ranking dei club nazionali e la conseguente promozione come Fitness Manager dopo sole sei settimane dal mio arrivo. La società che mi aveva assunto è una delle più prestigiose multinazionali del fitness, e ben presto mi prospettò la possibilità di una carriera internazionale. Stavo già discutendo il mio trasferimento a Los Angeles quando all’improvviso mi vidi costretto a cambiare tutti i miei progetti per un grave lutto familiare.
Tornai immediatamente in Italia. Scelsi di dedicare più tempo alla mia famiglia e non ripresi le attività nelle palestre. Decisi di impegnare tutte le mie energie su quelle lezioni all’aperto che organizzavo da solo nei weekend: volevo realizzare la mia personale visione del fitness e del benessere, e dedicare il resto del tempo alla mia famiglia.
È in questo momento che nasce ufficialmente Impacto Training: il brand, il sito, la pagina facebook.
Aumentarono le lezioni e pian piano anche gli allievi, sia nel weekend che durante la settimana. Nel 2012 la soddisfazione arrivò con il mio primo evento di gruppo nel quale radunai tutti i miei allievi.
In quel periodo avevo iniziato a studiare e applicare un altro metodo di allenamento anch’esso molto poco conosciuto in Italia, l’HIIT (High Intensity Interval Training). Cosi mi dissi: “voglio creare un protocollo di 8 settimane, fare dei video tutorial e metterli in un libro”. Idea che si è concretizzata 3 anni dopo.
Nel frattempo la crescita di Impacto Training da rapida divenne esponenziale.
È questo il periodo in cui decisi anche di approfondire la mia passione per gli aspetti mentali della prestazione sportiva, argomento che mi ha sempre affascinato. Nel 2015 ottenni così la certificazione come Life e Sport Coach professionista.
Nello stesso anno, ho discusso la mia seconda tesi di laurea dal titolo “Fitness: Circuit Training ad alta intensità, il caso Impacto Training”. Proprio durante la discussione della tesi il presidente e tutta la commissione apprezzarono particolarmente il mio lavoro e mi proposero di inserire Impacto nella proposta formativa dell’Università, cosa che mi ha reso particolarmente orgoglioso .
Una domenica, visto che la sera precedente aveva piovuto e il parco era allagato, io e mio padre ( che lavora al mio fianco insieme a mio fratello ) decidemmo di spostare la consueta lezione, che di solito tenevamo in un parco, su un ponte pedonale sul fiume Tevere, il Ponte della Musica.
Da quel giorno ci venne un’altra idea: perché limitarsi ai parchi? La città offre altri spazi molto suggestivi per allenarsi. Nacque così Impacto in the City: un vero e proprio flashmob del fitness, una lezione itinerante nei luoghi storici di Roma. Il primo fu un successo. Quasi 100 persone a fare ginnastica tra Piazza del Popolo, il Pincio e via del Corso. Dopo quello ne abbiamo organizzati altri 9 con un numero sempre crescente di partecipanti, passando dal Colosseo, al Circo Massimo, al Gianicolo, fino ad arrivare all’ultimo, settembre 2016 in cui nello stesso giorno abbiamo fatto 3 lezioni in 3 città differenti (Firenze e Napoli) , con il gran finale a Roma con oltre 350 persone ad aspettarci.
3. La tua professione si svolge anche on line?
Le mie lezioni sono disponibili anche sul canale YouTube FabioInka Impactotraining ma ho scelto di non svolgere consulenze private on line.
4. Quanto è importante la motivazione nell’attività sportiva?
La parola motivazione fa rima con azione, rappresenta il motore delle nostre azioni. Parlando di attività sportiva occorre individuare un elemento fondamentale: il MOTIVO CHE CI SPINGE ALL’AZIONE..
Questo è un punto cruciale, che sin dall’inizio della carriera come trainer ha suscitato in me molte riflessioni.
Molte persone rinunciano ad allenarsi per i motivi più diversi: perché lo trovano noioso, o troppo faticoso, o perché credono di non avere tempo sufficiente. Anche se si trovassero degli argomenti convincenti a livello razionale che dimostrino che sono scuse o alibi, questi sarebbero sufficienti a provocare un cambiamento solo nel breve periodo. Le spiegazioni, quando funzionano, rimangono valide solo per poco tempo.
Il punto è che Non esiste una soluzione valida per tutti, ma esiste la risposta che va bene per ognuno di noi. Alcune persone amano le sfide, altre vogliono una gratificazione emotiva, altre ancora quella economica. Molti si motivano grazie ai RISULTATI, vedere è credere, vedere un risultato spinge a continuare. Ma non è automatico né generalizzabile. C’è una grande differenza tra decidere qualcosa e avere le ragioni per farlo. Quando una persona prende la decisione di cambiare e conosce i motivi per cui lo vuole fare, attiva (inconsciamente e consciamente) tutte le sue energie affinché succeda.
La verità e che io non so qual è la spinta all’azione di ogni singola persona che alleno, non so qual è il suo desiderio. Ma sono sicuro che esiste, magari nascosto o dimenticato in un cassetto, ma c’è. Il mio compito come trainer è anche aiutare le persone a fare questo. Nel mio libro approfindisco l’argomento e propongo la soluzione basandomi sulle più recenti scoperte della psicologia positiva.
5. Se dovessi decidere solo tra 3 esercizi, quali sceglieresti?
Non sceglierei : sono convinto che non esistono allenamenti giusti o sbagliati, ma solo persone diverse da allenare e obiettivi differenti da raggiungere.
6. Dai un tuo consiglio ai lettori di Body fitness
Più che un consiglio vorrei citare una delle mie frasi preferite pronunciata da Lebroy James, giocatore NBA, sperando possa essere di ispirazione per qualcuno come lo è stata per me: “ If you wanna be the best, you have to work the hardest”.